venerdì 27 maggio 2011

Costituzione: Articolo 67


Questa giornata non è proprio cominciata nel migliore dei modi!
Stavo facendo una piccola ricerca sul Parlamento quando sono incappata in un sito, che in punta di diritto, spiega "IL MANDATO IMPERATIVO"
In soldoni, leggendolo, ne esce fuori che noi elettori non contiamo davvero un caxxo ed è giusto così!
Ma forse sono io che ho sbagliato a leggere ed ho capito Roma per toma o tòne per balòne come dicono a Soncino.
Vediamo.

IL DIVIETO DI MANDATO IMPERATIVO
In una democrazia rappresentativa il popolo non esercita la sua sovranità direttamente, ma indirettamente attraverso i propri rappresentanti che sono, appunto, i membri del Parlamento.

Nulla da dire.

Ogni parlamentare deve la sua elezione al partito che ha deciso di presentarlo alle elezioni e ai voti del proprio collegio, e sarà fortemente tentato di ricompensare l'uno e gli altri, per garantirsi la rielezione.

E come ben sappiamo sarà sempre il primo a prevalere; visto che il collegio non avrà mai modo di poter scegliere le persone che andranno a rappresentarlo perché chi le sceglie e ce le impone sono le segreterie di partito che mettendole in ordine di lista in posizioni ben precise ne può assicurare l'elezione certa, o quasi

Per contrastare tale tendenza, che trasformerebbe il Parlamento in una sede dove si rappresentano interessi particolaristici, la costituzione ha stabilito, art. 67, il principio del divieto del mandato imperativo: “ogni membro del Parlamento rappresenta la nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

E meno male che dovrebbe servire a contrastare tale tendenza!

In altre parole i parlamentari non sono vincolati al mandato ricevuto dagli elettori.

Ma solo a quello del partito se questo mantiene la parola data rispetto alle poltrone promesse, altrimenti cambiano bandiera, casacca e faccia in favore del migliore offerente!

Benché essi siano stai eletti in base a particolari programmi politici o per rappresentare interessi di gruppi sociali o di correnti di opinione, una volta in Parlamento non sono giuridicamente tenuti a rispettarli.

È vero... nessun giudice potrebbe mai condannarli a rispettare il contratto che hanno virtualmente firmato con chi ha dato loro la delega a rappresentarli. Ma allora? Possono fare quel che gli pare ed in danno di decine di milioni di cittadini Italiani che li hanno votati? 

I parlamentari non sono i rappresentanti di interessi particolari, ma rappresentano gli interessi della nazione nel suo complesso.

Ecco, appunto, gli interessi della nazione! La nazione non è forse formata da tutti i cittadini? Ed allora perché gli interessi davvero rappresentati sono quelli delle varie lobby e soprattutto personali!

Da questo principio discendono alcuni importanti conseguenze: i parlamentari non sono revocabili in nessun caso dagli elettori; sono liberi di assumere in Parlamento posizioni diverse da quelle sostenute nella campagna elettorale; se un parlamentare abbandona il partito nel quale è stato eletto rimane ugualmente membro del Parlamento fino al termine del suo mandato.

Quindi in spiccioli... una volta eletti possono fare quel cacchio che vogliono! Nessuno può schiodarli da quelle poltrone!.. anche se le ripassano tutte, anche se mandano la nazione a catafascio, anche se rendono l'Italia zimbello nel mondo, anche se non rispettano la Costituzione e le leggi rendendole di fatto carta straccia, anche se le leggi che approvano salvaguardano solo uno o pochi, anche se... mi fermo qui... l'elenco sarebbe fin troppo lungo!

A parte tali conseguenze formali, il principio del "divieto di mandato operativo" trova, in pratica, un'applicazione molto limitata.

Molto limitata? serviamo solo a mandarli a scaldare quelle poltrone, dopo di ché tanti saluti e chi s'è visto s'è visto!

Sì ogni parlamentare è formalmente libero di assumere qualsiasi posizione politica, in pratica è fortemente condizionato dal partito di appartenenza e dagli interessi locali che hanno contribuito alla sua elezione.
Non c'è quindi alcun vincolo formale rispetto agli elettori, ma c'è un vincolo sostanziale rispetto al partito e agli altri eventuali interessi organizzati.

Ed io, povera scema, ho sempre pensato che non potessero rimanere dove sono, che fossero incompatibili con la carica ricoperta, che dovessero andare tutti a casa perché non stanno rispettando il mandato che noi abbiamo consegnato loro con il voto!
Insomma... alla fine... dopo aver letto questo articolo scritto in punta di diritto e spiegato così... l'art. 67 della Costituzione... dà ragione a loro e torto a me? Sembrerebbe proprio che non stiano facendo altro che applicarlo alla lettera:
Ogni membro del parlamento rappresenta la nazione
ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato
C'è qualcosa che non va, i conti non mi tornano...
In base a quanto sopra mi domando... siamo una Repubblica Democratica o davvero l'articolo 67 della Costituzione autorizza la dittatura che di fatto stiamo vivendo!?!?!
Ma forse ho veramente letto male, prendendo lucciole per lanterne......

fonte:
http://www.inftube.com/diritto/IL-PARLAMENTO-LA-CAMERA-E-IL-S53555.php

1 commento:

  1. Ohi, ragassi, menomale che il pettine ce lo abbiamo ancora, e è bello fitto: vedrete, che i nodi ci arrivano belli in fila, uno per uno.
    Oggi si comincia con la gran cazzata della contestazione all'Art. 67 Cost. (¹), che - al netto degli abusi di cui molti parlamentari italiani si sono resi responsabili (²) - recepisce una delle maggiori conquiste del pensiero liberale moderno.
    La teoria del divieto di mandato imperativo fu elaborata ed esposta nientemeno che a metà del '700 (³), ed è alla base di ogni assetto democratico degno di questo nome. L'assenza del "vincolo di mandato" e il concetto che ogni singolo parlamentare "rappresenta l'intera Nazione" rispondono all'esigenza di creare un formidabile baluardo contro la prevalenza delle componenti più potenti di una società, e nascono dalla necessità di assicurare che l'eletto non agisca per tutelare esclusivamente gli interessi della sua parte politica, per difendere il ceto o il censo dei suoi elettori a danno di altri cittadini, per obbedire ai dettami (o agli ordini) del suo capo (o del suo padrone).
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    (¹) «Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato»
    (²) d'altronde, c'è qualcuno che possa proporre un modello di società in cui non esiste il rischio che alcuni mascalzoni adoperino male leggi giuste e norme inoppugnabili?
    (³) «Il parlamento non è un congresso di ambasciatori di opposti e ostili interessi, interessi che ciascuno deve tutelare come agente o avvocato; il parlamento è assemblea deliberante di una nazione, con un solo interesse, quello dell'intero, dove non dovrebbero essere di guida interessi e pregiudizi locali, ma il bene generale» (Edmund Burke, Discorso agli elettori di Bristol, 3 novembre 1774)

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