sabato 25 febbraio 2012

8 marzo 2012

E se boicottassimo questo 8 marzo? Se dichiarassimo l'embargo dell'8 marzo? Se facessimo uno sciopero bianco e ci astenessimo dal fare baldorie, dal partecipare a serate a tema... goliardico o culturale che sia? Se rifiutassimo le mimose e gli auguri da chiunque? Noi Donne, sì noi tutte! In fondo cos'ha di veramente nostro questa giornata? È diventata negli anni la festa del consumismo più sfrenato così come lo sono diventate San Valentino, la festa della mamma o la festa del papà (un po' meno sentita delle altre chissà perché). Tutte feste festeggiate, come il Natale, a suon di denari di campagne pubblicitarie che ci portano a comprare questo o quello pur di essere uguali a tutti gli altri. Sì è sfigati se non regaliamo, o riceviamo, rose o cioccolatini a mamme, mogli o fidanzate, la cravatta o la bottiglia di liquore ai papà, il regalino a persone quasi sconosciute per il resto dell'anno, scelto con distrazione giusto perché è Natale e non si può esser da meno...
La chiamano Festa della Donna... ma quale festa? Certo lo è per chi produce vende oggetti finalizzati a ciò, per chi pensa di scaricarsi la coscienza con un mazzetto di mimose che stupidamente ci faranno sentire coccolate e... domani... è un altro giorno! Un giorno uguale ai 363 precedenti dove la gentilezza i sorrisi il finto bene, l'indifferenza per i tanti veri problemi che tante donne devono affrontare torneranno a farla da padroni! Boicottiamo l'8 marzo così com'è oggi siamo noi ad alimentarlo! Se non accettassimo più di essere “usate” a fini commerciali da venditori di fiori, discoteche e centri benessere sarebbe ancora la “festa della donna”?

Me la sono presa perché le Istituzioni organizzano balere in quella giornata... no anzi, aspettano ad organizzarle di sabato... non sia mai che a metà settimana una donna perda tempo e venga distolta dalle sue faccende “casalinghe”. Ma, alla fine, se centri benessere discoteche ristoranti e pizzerie in quel giorno ricevono tante prenotazioni... è colpa loro? O forse è anche e soprattutto colpa nostra che ci lasciamo abbindolare nell'illusione di sentirci importanti? Perché non rinunciamo a farlo in quel preciso ed unico giorno comandato solo perché gli altri lo vogliono e non decidiamo di uscire, di andare a teatro al cinema o in discoteca... quando ne abbiamo voglia... quando ci va.
Cosa cambia quel giorno della vita delle tante donne picchiate maltrattate sfruttate, di donne che subiscono ricatti se chiedono un permesso di lavoro perché il figlio o il genitore anziano è ammalato? Che differenza c'è per loro tra il giorno prima e quello dopo l'8 marzo?
Dichiariamo ufficialmente una volta per tutte l'8 marzo giornata simbolo della donna “usata” a fini commerciali e rifiutiamolo. Riscoprendolo e riappropriandoci noi per prime di ciò che veramente rappresenta ed ha rappresentato. Non bastano le Associazioni che giorno dopo giorno lottano senza molti aiuti economici ma con tanta buona volontà ed impegno aiutando e difendendo la donna da soprusi e vessazioni di ogni tipo o che si prodigano nell'aiuto di tutte quelle incombenze legate a maternità e gestione delle famiglie... si sia ognuna di noi in prima persona Associazione... per tutto l'anno.

lunedì 20 febbraio 2012

Mafalda e gli insegnamenti...

Questa invece non è ironia... è una realtà che in molti si nascondono, negano, ritenendosi al di fuori di queste logiche invece ogni giorno in molti modi, chi più chi meno, la mettiamo in pratica con i nostri comportamenti lasciando segni indelebili sul futuro delle nuove generazioni.Tutto ebbe inizio ancor prima dell'avvento di computer e di telefonini ad uso diffuso e capillare.
Cominciò quando relegammo in soffitta i no motivati, la sane sculacciate, l'educazione in famiglia e quella civica nelle scuole, il rispetto verso le persone e perché no verso il denaro e gli oggetti acquistati, il 4 a scuola sinonimo di non preparazione e sprone ad impegnarsi di più, a fronte del tutto e subito, del vedere ogni gesto come dovuto a se stessi ad ogni costo, della sculacciata come violenza estrema, del 6 "politico", del posso voglio e comando, del tutto mi è dovuto perché sono tuo figlio, delle ore passate davanti alla tv perché la mamma appena tornata dal lavoro doveva accudire casa figli mariti e genitori anziani, della corsa ad avere sempre più e meglio del vicino, a dimostrare di essere un gradino sopra gli altri.

Per arrivare dove? Alla guerra tra poveri a cui ogni giorno assistiamo? Al chiudersi in casa o ad inventarsi scuse assurde per non far sapere che non ci sono soldi per le ferie o la settimana bianca? A chiedere prestiti per l'abito firmato o l'auto "importante" che poi faremo fatica a mantenere per l'alto costo di bollo assicurazione e carburante?
Ma davvero è questo che vogliamo per noi stessi ed il futuro dei nostri piccoli figli? Ma davvero sarebbe così deleterio ricominciare con qualche sano NO motivato e qualche sana sculacciata?

Nei giorni scorsi ho fatto girare tra amici una presentazione power point con Mafalda a tema donna ma non avrei mai pensato di essere poi un po' maltrattata per averlo fatto in quanto ritenuta offensiva per le donne e da non divulgare men che meno da parte di una donna .
Mi sono battuta e continuo a farlo, in difesa della dignità della Donna in tutti i ruoli, penso altresì che chi meglio di noi possa rispondere con ironia pungente su noi stesse?
Ho passato questo pps perché vi ho visto ironia, anche triste, sul come ancora oggi sono viste le donne, ecco ciò che ho letto in quelle frasi oltre le parole... tra le parole. Ironia troppo sottile per essere raccolta? Può darsi!
Non vi ho letto prese di posizione su come siamo, ma risposte ironiche ad affermazioni che spesso nella vita ci siamo sentite fare.... le donne sono senza cervello, sono solo culi e tette, il posto delle donne è a casa a fare la calza o sdraiate su di un letto e via discorrendo.
Mi dispiace che qualcuno/a si sia sentito/a offeso/a... evidentemente la capacità di andare oltre le parole a volte, per alcuni, è offuscata.

Per mio modo d'essere prendo il forcone e salgo sulle barricate se necessario ma faccio uso anche della spada dell'ironia con la stessa forza se questo può servire.

mercoledì 15 febbraio 2012

Il secolo scorso è ancora in vigore a Cremona Solidale?

Ciò che sta accadendo a Cremona Solidale fa ripiombare nel secolo scorso. A quei tempi, ’60/’70/’80, fare l’infermiera era ritenuto un “lavoro” non adatto ad una ragazza, il novantacinque per cento delle infermiere erano bergamasche, bresciane, cremonesi, sarde, abruzzesi vivevano nei convitti degli ospedali seguendo regole da monastero, i pazienti erano numeri o patologie e gli orari erano dati giorno per giorno ora per ora dalle caposala religiose. Ma cosa è cambiato se ancora oggi il personale è costretto a fare le stesse battaglie che altri hanno fatto per cercare di garantire una parvenza di assistenza nelle corsie di quei tempi? C’è di che vergognarsi! È inammissibile che ancora oggi chi gestisce la sanità, la cosa pubblica non tenga conto che nelle corsie di ospedali, di case di riposo non si ha a che fare con macchine ma con persone in stato di bisogno, che l’assistenza ha mille sfumature, mille doveri e responsabilità ed il personale DEVE essere messo in condizione di garantirli. Non basta la sola buona volontà del personale, se un infermiere ha l’influenza e non può curarsi “ammalerà” i pazienti, se l’infermiere ha mal di schiena non sarà in grado di essere d’aiuto nemmeno a se stesso nonostante stringa i denti per farlo, se l’infermiere è costretto a fare turni massacranti non avrà né la forza né la serenità per gestire il compito gravoso e di alta responsabilità richiesto dalla sua professione.
E poi ci sono i diritti, certo ci sono anche quelli, perché l’infermiere con l’operatore sanitario che con lui collabora hanno leggi che dovrebbero tutelarli ma quanti, a sproposito, fingono di dimenticarlo facendo leva sulla buona volontà e dedizione della maggior parte di coloro che svolgono la professione? Non bastano le belle camere, ampie solari e con le tendine ben stirate, è indispensabile che i pazienti non siano obbligati a stare in un letto solo perché qualcuno dice: non ci sono i soldi per altro personale! Numero di degenti e numero di personale dovrebbero andare di pari passo e non, come da sempre avviene, in difetto sempre e solo per chi dà assistenza.
Per questi motivi in calce alla lettera dei dipendenti di Cremona Solidale come di ogni ospedale e casa di riposo, virtualmente ma concreta, c’è anche la mia firma con l’augurio che ho sempre fatto a chi della sanità dovrebbe occuparsi: qualche settimana di ricovero in quegli stessi reparti senza i “privilegi” della notorietà che purtroppo portano spesso, troppo spesso ad ottenere risposta al primo squillo di campanello… a scapito di qualche altro paziente sconosciuto ai più!!
Il termine infermiere è usato qui intendendo tutto il personale che ruota in una corsia, nessuno escluso perché tutti collaborano, ognuno col proprio ruolo, all’assistenza delle persone degenti. Chi governa, ad ogni livello, deve una volta per tutte farsi carico dei diritti dei cittadini e se non ne è all'altezza, si dimetta!

Ernesta Del Sarto
Italia Attiva Cremona
Soncino 14 febbraio 2012

mercoledì 1 febbraio 2012

Claudia, Susanna gli altri e la neve.

Un pensiero, due donne 58 anni Claudia, 54 Susanna, lo stesso pensiero.
Una mattina come tante altre, aprono gli occhi a fatica con la stanchezza di 38 anni di lavoro che pesa come macigni... come vorrebbero non doversi alzare ma girarsi dall'altra parte e nascondersi nel calduccio delle coperte...
Magari potessi farlo ma perché non ho il diritto di riposarmi dopo tanti anni di lavoro, di figli da crescere, di casa da pulire.

Ore 6.30 Biiiiip biiiiip biiiiip...
A casa di Claudia
È inutile continuare a pensare, giù i piedi e via.
Con gli occhi ancora chiusi prepari la moka... il tempo di lavarti ed ecco che il profumo del caffè in qualche modo ti riconcilia con il mondo. Ma che tempo farà... ieri sera davano neve, dicevano cinque sette centimetri nella notte... speriamo di no... chi ha voglia di guidare con la neve? Finalmente guardi fuori e lei è lì bianca candida, scende copiosa ed ha già imbiancato tutto.
Nooooooooo... non voglio uscire, ma chi me lo fa fare di andare a lavorare, per chi poi... per quei quattro sfigati che oggi arriveranno allo sportello? Gli altri, staranno a casa... mica sono scemi non escono con la neve, arriveranno a frotte nei prossimi giorni pretendendo che si sia lì, pronti, ché hanno fretta... perché scadono le bollette... a quel paese, non ci vado!
No però... aspetta... se non vado oggi, domani ne avrò il doppio da fare e... se poi nevica anche domani che faccio? Sto a casa ancora?
Ti fai forza, esci, sali in macchina e ti avvii... ho voglia di urlare...
Il mantello di neve bianca sulla strada è praticamente ancora vergine, saranno passate due o tre macchine... tutti a casa perché nevica? Sono l'unica poco furba in giro? Non pensarci, ormai il peggio è passato, sei in macchina e la strada non è nemmeno tanto brutta, si guida abbastanza bene nonostante i tre o quattro centimetri di neve.
Però dài... guarda che bello... così tutto bianco e che silenzio, non c'è in giro anima viva.
Ehiiii micio che fai? Proprio da me vuoi farti mettere sotto? Per fortuna andavo piano, ma anche tu però micino... uscire con questo tempaccio... e già... perché io che caspita ci faccio in giro?
Eccoti arrivata, sei fortunata c'è anche il posto per la macchina proprio davanti all'ufficio, era una vita che non ti capitava. Parcheggi pensando che se c'è posto è perché qualcuno non è arrivato... si presenta una giornata pesante!
Dalla scrivania la lucetta della segreteria telefonica ti dà il benvenuto... e chi diavolo può aver chiamato di notte? Pigi il tasto... 

“Ci sono tre messaggi”
Messaggio uno: “ciao Claudia sono Rita, qui sta nevicando... non sono ancora passati a pulire... penso che starò a casa, mi fai segnare un giorno di ferie? ciao.”
Ma come non sono ancora passati... per tre centimetri di roba? Abiti a cento metri da casa mia...
Messaggio due: “ciao Claudia, penso che tu sia arrivata, sono Giuseppe, qui nevica, non vengo la strada è brutta, poi chiamerò per domani ciao.”
Calma, stai per scoppiare lo vedo... sei tutta rossa
Messaggio tre: “pronto? Claudia?... Aeehhhmmm... ciao... volevo dire... qui ha nevicato tutta la notte... eeee... la neve... non me la sento di guidare e l'autobus si ferma in fondo alla strada... eeehhhmmmm... mi segneresti un giorno di ferie o di permesso? Vanno bene tutti e due. Se il capo ha da dire spiegaglielo tu che è nevicato e non si può circolare. Ciao sono Nina.”
... che hai... perché ti fumano le orecchie hai gli occhi iniettati di sangue e soffi come un toro? Zitta, è meglio che sto zitta se no qui finisce male... è nevicato e stanno tutti a casa... e io chi sono?... la cogliona di turno? Non è forse nevicato anche per me?
Buongiorno Claudia, per fortuna è già arrivata... con questo tempo... e gli altri? Dove sono? Buongiorno signor Direttore, tre hanno telefonato che non vengono, manca Sara... sarà in ritardo. Ah eccola... sta arrivando.
Forza, apra, che siamo solo in tre allo sportello e per tutto il resto!

A casa di Susanna.
È già ora?... che sonno... non ce la faccio ad alzarmi... cosaaaa... nevica?... noooo... pure questa ci mancava.
Il caffè è pronto, una bella tazza e via! Non vedevo l'ora di andare in pensione... due anni... due anni mi mancavano... meglio che non ci penso ché la giornata è già nata male.
Guarda che fiocchi grossi... e la strada non è ancora pulita... sto a casa, dieci chilometri per arrivare poi dentro e fuori per le commissioni col casino che ci sarà in giro... ma chi te lo fa fare... torna a letto. Seeeee brava... così mi lasciano a casa, sono già stata a casa una settimana con l'influenza e a novembre per i due giorni in ospedale per fare quell'esame mi hanno fatto un mucchio di storie... devo andarci... per forza... a quasi sessant'anni e con i chiari di luna che girano chi me lo ridà un altro lavoro. È da quando avevi 16 anni che fai questa vita e sempre con il timore che ti potessero lasciare a casa. Già, non ho avuto certe fortune, io. Sali in macchina e via. Poche macchine sono passate e la neve scricchiola sotto le ruote, forse dovevi mettere le catene ma basta seguire i solchi delle altre ruote. Sono stata piuttosto tesa per tutto il viaggio... accidenti sono anche in ritardo.
Buongiorno Susanna, ha trovato tanta neve? Buongiorno signor Luigi, un po'... sarei stata a casa volentieri. Magari si potesse stare a casa per così poco, adesso prepari tutto per il giro delle banche, posta e ufficio comunale per quel permesso. Sì signor Luigi.
Suona il telefono... Sì sono io... non viene perché è nevicato?... sta scherzando vero?... signora Luigia o fa in modo di arrivare anche in ritardo o ci saranno dei provvedimenti... No non ascolto un bel niente decida lei il suo futuro! 
L'ho detto io che sarebbe stata una brutta giornata.

Esci con tutto il tuo malloppo di documenti ed inizi la trafila, forse sarai fortunata, molta gente non uscirà per la neve e non troverai code. Prima tappa banche, in ognuna trovi la coda e sportelli chiusi "causa neve", pazienza meglio qui che in mezzo a quella bolgia del traffico incasinato... ma com'è che c'è in giro tanta gente in macchina con la neve. Finalmente ti liberi e ti avvii verso la posta... mamma mia quanta gente... ritiro il biglietto: 96 chiamano il numero 71... ma qui vado a casa domani ed anche qui due sportelli su 5 sono chiusi. Esco, vado a prendere i giornali e torno, almeno passerò un po' il tempo.
Squilla il cellulare... Sì signor Luigi sono già stata in banca... no in posta, ma ho 16 persone davanti a me... lo so che è importante ma è dall'altra parte della città e così pensavo di... va bene per ora lascio perdere la posta e vado in comune, buongiorno.
Attraversare la città è un'impresa, i mezzi pubblici sono pieni all'inverosimile, le strade sono intasate per le auto che vanno a passo di lumaca o che si sono messe di traverso... dio che giornata... se solo fossi stata a casa!
Finalmente in Comune, il solito capannello alla macchinetta del caffè... ah già sono le 11.00 orario pausa, nessuno in coda allo sportello... non mi sembra vero, chiedo dell'ufficio per ritirare il permesso ma mi dicono che l'addetto a causa della neve non è arrivato e nessuno sa dove cercare il mio documento... devo tornare domani... se smette di nevicare! Avviso il signor Luigi, me ne sento di tutti i colori e torno in posta... mancano 20 minuti alla chiusura, forse ce la faccio... no, hanno tolto i numeri, c'è ancora la coda da smaltire e non accettano più prenotazioni... d'altronde oggi con la neve alcuni impiegati non sono potuti arrivare... torni domani!

Un pensiero, due donne 58 anni Claudia, 54 Susanna, lo stesso pensiero.
Forse...se tutti avessimo lo stesso “timore di perdere il lavoro” forse... pochi centimetri di neve non creerebbero tanti disagi e disservizi forse... qualche ufficio funzionerebbe meglio forse... qualche sportello in più sarebbe aperto forse... qualche Direttore in più farebbe rispettare le regole forse... qualche signor Luigi farebbe meno il despota e forse... alcuni dipendenti non dovrebbero sobbarcarsi il lavoro e le competenze di chi sta a casa per pochi centimetri di neve!
FORSE... MOLTE COSE ANDREBBERO MEGLIO!