sabato 17 marzo 2012

Piano Cave... guardiamo al futuro con un occhio più attento al passato.

Sta prendendo corpo la revisione del piano cave provinciale decennale e le premesse non sono certo tranquillizzanti visto che il nostro territorio è ulteriormente minacciato da escavazione selvaggia.
Si parla ancora del Pianalto della Melotta, della richiesta di modifiche ad hoc della sua perimetrazione che renderebbero possibile l'escavazione in una zona, sulla carta, largamente protetta!
Non è assolutamente condivisibile ed è insostenibile pensare che un tale ampliamento delle zone di escavazione sia innegabilmente necessario, viste le corpose giacenze già escavate e la disponibilità ancora in essere alla fornace produttrice di laterizi.
Non ci è chiaro come si possano conciliare tali richieste in periodo di forte crisi del settore edilizio, con la distruzione di un geosito di forte rilevanza qual è il Pianalto della Melotta e non basteranno certo le “congrue compensazioni e più stringenti criteri di recupero delle aree degradate” a ridare la specificità geologica tipica del pianalto.
Non è inoltre comprensibile come il tutto si leghi alla difesa dell'occupazione locale.
È il ricatto occupazionale il grimaldello per scardinare le autorizzazioni? E quando i piazzali saranno pieni di laterizi inutilizzati, anche nella più rosea previsione di una sospirata ripresa del settore, quanti anni ci vorranno per smaltirli? Che ne sarà nel frattempo dei posti di lavoro? Per quanto tempo quei posti resteranno a disposizione?

Analisi effettuate da Italia Nostra evidenziano come i dati del 2003 fossero già largamente sovradimensionati producendo una eccedenza disponibile ancora oggi e per diversi anni. Tali studi prevedono che se venissero confermate le richieste di revisione si arriverebbe, in aggiunta alle escavazioni già fatte, alla demolizione del 40% del Geosito del Pianalto di Romanengo-Melotta.
Non è forse realistico allora ipotizzare la distruzione di una zona ben individuata fin dal 1888 da Torquato Romanelli nella Carta Geologica della Lombardia ed in seguito riconfermata da ulteriori studi geologici? Un sito ancora oggi dichiarato “protetto” dalla Regione e dalla Provincia?
Anche qui si vuol far valere la prassi che se i livelli degli inquinanti risultano essere sempre largamente oltre il limite, basti alzare le soglie così da essere in regola?
La Regione, la Provincia di Cremona ed il comune di Soncino hanno cognizione reale di ciò che stanno autorizzando?
Possiamo, anche solo lontanamente, prendere in considerazione parole e valutazioni di amministratori che di programmazione in generale e del territorio in particolare hanno già fatto largo scempio? Possiamo fidarci anche alla luce degli ultimi avvenimenti?
La Cava dell'Insortello pesa ancora come la spada di Damocle su tutti noi a ricordarci il pressapochismo di tali valutazioni! NO, proprio non ci riusciamo a fidarci!

Ernesta Del Sarto
Italia Attiva Cremona

Soncino, 16 marzo 2012

giovedì 8 marzo 2012

8 marzo...

Quali parole, quali immagini possono raccontare la Donna.
Ieri, oggi...
















... e domani?


dipenderà solo da noi far nascere e crescere una Donna che possa essere vera interprete di sé stessa, coi suoi pregi ed i suoi difetti (e ne abbiamo tanti), insegnando finalmente fin da piccoli ai nostri figli, bimbe e bimbi, cosa siano il rispetto la dignità la collaborazione, facendo tesoro degli errori fatti crescendo e cercando quella libertà negata ancora oggi.
Non è peccato né disonore ammetterlo... e questo sarà la nostra forza! 

Col cuore con la mente con tutta me stessa l'augurio a tutte le Donne di ieri di oggi e di domani, per l'8 marzo!


martedì 6 marzo 2012

I suoni del mercato.

Cantava “l'omino”, mentre esponeva la sua merce, parole a modo suo sulle note di una vecchia canzone... è una bambolina che fa no no no no... e qui finisce la poesia!
Sì, finisce... perché la sua canzone continua così... è così cretina perché dice sempre no no no no, perché è uno sproloquio contro l'Italia la bandiera ed i non padani... e lo fa con supponenza, con disprezzo, con parole che meriterebbero sonori ceffoni da parte di chi si sente Italiano di chi “padano”
non è e nemmeno vuole esserlo.
Del tricolore non sa cosa farsene, l'Italia sta rovinando i "padani" bisogna farla fallire, tutti dicono che l'assassino dell'ultimo fatto di cronaca è bresciano, ma bresciano dove se chi ha ucciso è un terrone? Che stiano a casa loro che i bresciani son tutta brava gente e non vanno in giro ad ammazzare...
Forse il tapino legge solo le notizie che parlano di "non padani"???
Il sangue mi ribolliva... mi sono spostata onde evitare che la reazione che stava montando mi sommergesse facendomi perdere il controllo. Me ne sono andata per quieto vivere... ma che fatica stare zitta.

Ho distribuito i volantini in altre zone del mercato tornando poi in quel punto... dove tutti si incrociano, dove la gente rallenta e chiacchiera... dove purtroppo sentivo ancora i discorsi del tipo “padano”... e no... adesso basta! Sta offendendo anche me pur non rivolgendosi direttamente a me... sono italiana e nessuno mi ha ancora sostituito i documenti dicendo di dovermi dichiarare da quel momento... “padana”
Gli faccio semplicemente una domanda cercando di non far trasparire il mio desiderio di esplodergli in faccia tutto il mio risentimento: mi scusi, non ce la faccio più a sentirla ed a stare zitta... ma se si avvicina un cliente terrone, come li chiama lei, e vuole acquistare un pigiama cosa fa? Lo manda via? Se io, italiana, decido di comperare un paio di calze che ha sul banco casa fa? Prende i miei soldi o rifiuta di vendermelo?
La risposta fulminea è... NO... non vendo ai terroni e nemmeno agli albanesi (???) la roba è mia e la vendo a chi voglio io, sarò padrone di darla a chi decido io?... Che vadano a comperare da quelli come loro.
Bene mi fa piacere, se è così che davvero si comporta non posso che rispettarla, rispettando la sua coerenza...
Solo che mentre dico queste parole lui aggiunge... se hanno soldi buoni per pagare van tutti bene!
ONORE A COTANTA COERENZA!!!
Sarà forse perché si è reso conto che le sue parole erano troppo compromettenti mentre il mercato iniziava ad animarsi frequentato da molti "non padani"?

Sto frenando le dita sulla tastiera per non scrivere dove si trova quel "signore" ed il suo banco, quel che è certo... da oggi, saranno tre i banchi del mercato di Soncino che eviterò accuratamente anche solo di guardare. Sono Italiana e, per loro, anche terrona arrivando da di là del Po... quindi vivranno certamente anche senza i miei soldi... sì... perché se gli faccio tanto schifo non essendo “padana” gli devono far schifo anche i miei denari!!!

Rispetto tutti perché è giusto che sia così, perché vivo in un Paese dove la libertà di pensiero di parola e di opinione politica sono ancora in vigore... ma esigo lo stesso rispetto e tali personaggi devono rispettare anche noi che “padani” non lo siamo, non ci sentiamo e non vogliamo esserlo