martedì 24 febbraio 2015

Le avventure con la cargo-tir

Fin da bambina la mia vita è stata accompagnata dalle due ruote... le moto del mio papà, le moto, le moto, le moto...
Non ho ricordi di una piccola Ernesta su una bicicletta con o senza le rotelline... non a caso la prima foto mi ritrae a 9 mesi tutta sola su una Lambretta....

Ricordo bene le scottature procurate dal tubo di scarico della moto di papà alla quale mi avvicinavo affascinata e sulla quale non perdevo occasione di salire; il primo motorino guidato... quello della mamma; la prima moto da cross guidata... di mio fratello più piccolo con la quale finii sul cofano di una macchina; la prima moto vera che guidai... il Gilera 300 di papà con il quale... senza patente, con legato in testa il foulard (come usavano tutte le donne su una moto) ed usando solo la prima e seconda marcia feci il giro del lago di Como; la prima moto veramente mia e di nessun altro... una Guzzi V50 alla quale ne seguirono diverse altre, indimenticabile il bassotto con le ruote da 16” Guzzi T5 850, fino ad arrivare all'ultima... una Triumph Legend TT 900.
No, decisamente... nei miei ricordi non c'è una bicicletta anche se sicuramente c'è stata visto che sapevo usarla.
La prima bicicletta arrivò stabilmente a far compagnia alle moto verso i 36 anni e da allora mi ha accompagnata nelle “passeggiate” intorno a Trescore Cremasco e, una volta trasferita a Soncino lungo la ciclabile delle città murate, i sentieri del fiume Oglio ed in giro... qui e là per la campagna soncinese fino quando dopo innumerevoli ed (allora) inspiegabili cadute ho iniziato ad aver paura ed usandola sempre meno... e sempre più spesso a mano... come sostegno e “porta spesa”.

Poi la folgorazione... in un negozio di biciclette vidi la Atala Cargo... un grande cestino tra le due ruote posteriori... e pensai... con quella... di certo non cado più!
Passa il tempo e le domande si susseguono... dove la mettiamo?... qui no, là no, lì nemmeno... è ingombrante... come fai a portarla dentro come faccio a portarla fuori... le strade strette di Soncino sono un problema... non ci sono ciclabili... non puoi parcheggiare sui marciapiedi... uffaaaaa quanti problemi per una bicicletta...
Finalmente dopo un anno e tanti dubbi e discussioni... torno libera ed indipendente negli spostamenti spesa-commissioni varie.
Ma... come si suol dire... non dire quattro se non l'hai nel sacco...
Al momento del ritiro con la programmazione di tornare a casa pedalando per i 5 km che separano Orzinuovi da Soncino... niente di che, lo avevo già fatto diverse volte in bicicletta... la sorpresa... non so guidare una bicicletta a tre ruote!!!!
Come????

Dopo le dovute regolazioni di sella e manubrio, l'applicazione di un bel cestino anteriore... delle luci... che in contrasto con il codice della strada... sono un optional... ma di questo ne parliamo un'altra volta, esco dal negozio, salgo sulla mia cargo... e parto... sì... per la tangente... nel senso che lo sconosciuto mezzo a tre ruote va dove gli pare... da tutte le parti tranne dove voglio io... ci provo e riprovo mettendo a rischio le auto parcheggiate... tranquilli non ne ho urtata una... certo che i miei polpacci invece... qualche livido ce l'hanno... sì... perché se cercate di mettere giù i piedi mentre siete in movimento... le ruote posteriori centreranno proprio quelli tentando di togliervi le scarpe!
Pensando che ci fosse qualcosa di allentato... che so... il manubrio la sella... altro, torno nel negozio e spiego cosa è successo.
Niente di allentato o fuori posto mi spiegano... è il normale comportamento di una bicicletta a tre ruote a cui ci si deve abituare... come sarebbe a dire... normale comportamento?
So andare in bicicletta... ed anche in moto se è per questo... e non mi è mai successo che volendo andare a sinistra lei andasse a destra o viceversa, che cercassi di evitare una buca.... e lei andasse proprio da quella parte, di schivare un'auto parcheggiata... e lei ne puntasse proprio il paraurti...

Sì Sì... ridete... anche qualcun altro lo ha fatto (marito) ha però dovuto ricredersi dopo averla provata... in strada e non con il pensiero... è difficile... bisogna... si deve...
E così sono qui... dopo tutti i programmi fatti fino a venerdì scorso: spese, commissioni, giretti vari, ricominciare il martedì e giovedì sera a camminare (io pedalerò) con le donne... ad aspettare che smetta di piovere per fare pratica di triciclo-guida prima di avventurarmi sulle strade di Soncino.
Ciò nonostante rifarei questa scelta, perché credo che la cosa più importante rimanga la libertà di movimento...
Compatibilmente con tutti gli ostacoli che incontrerò... marciapiedi stretti, buche-voragini, auto parcheggiate ovunque, pedoni irritati (mi hanno già detto “quella non è una bicicletta... è un tir”), automobilisti distratti che aprono le portiere senza guardare dietro... c'è di buono che dopo l'impatto almeno non cadrò e loro si ritroveranno con un bozzo sulla portiera, spazi riservati alle biciclette... inesistenti, ciclabili inaccessibili a causa di archetti che mettono in difficoltà anche una due ruote o con una pendenza assurda e terminanti in fossi!

Di questo però ne riparlerò in futuro... quando inizierò a frequentare le strade... zitta non sto di certo... lo sapete no?
Ve la presento... lei è la mia cargo-tir... spero presto in uso...


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ernesta