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Signor Direttore
TUTTO IL RESTO, al contrario di quanto afferma il Signor Giorgio Marchetti (Lega Nord sez. Ripalta Arpina) nella lettera pubblicata il 21 marzo, NON È retorica sterile... È RISPETTO delle Istituzioni, della Nazione, della Repubblica, della Costituzione Italiana, degli Italiani e, nel nostro specifico caso, dei Lombardi; in nome dei quali, al loro insediamento in Comuni, Province, Regioni, e Parlamento hanno giurato fedeltà e lealtà garantendo di difenderli insieme ai diritti di ognuno al di là del colore di appartenenza e di rispettarne le leggi, NON ci risulta che, in quelle sedi, abbiano rifiutato di farlo.
Nessuno accusa il comune cittadino che non presenzia o condivide i festeggiamenti per il 150° dell'Unità d'Italia ma parliamo di un partito che governa il Paese.
Paragonare la “fiera del vino” ad un dovere Istituzionale è offensivo per il ruolo che ricopre. I rappresentanti eletti dai partiti debbono ricordarsi che tutti insieme andranno ad amministrare e difendere i diritti ed i doveri degli ITALIANI... nessuno escluso!
L'esposizione della bandiera, la partecipazione alla vita pubblica istituzionale, non sono degli optional, non lo sono per loro come per chiunque altro venga eletto, designato o nominato nel ruolo di rappresentante del Popolo. Ci ritroviamo invece di fronte ad amministratori che fanno solo i propri interessi tutelando solamente i diritti di chi ha dato loro il voto e le loro ideologie. Le leggi che non condividono devono essere discusse nei luoghi deputati a questo... perché le leggi, finché esistono, vanno invece rispettate da tutti!
O siamo forse passati da una Repubblica Democratica ad una dittatura dove una minoranza pretende di imporre le proprie ideologie?
Italia Attiva Cremona
Ernesta Del Sarto
Cremona 22 marzo 2011
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originale:
150° dell’Unità, quella festa non è un diktat istituzionale
Egregio direttore, noto senza grande stupore, in questi giorni, il tono di alcune lettere di questa rubrica. In sostanza si critica aspramente l’assenza sia fisica che politica della Lega Nord ai festeggiamenti del 17 marzo scorso. Diciamolo, accuse francamente risibili... Si può forse accusare un astemio di non partecipare alla ‘fiera del vino’? Celebrare questa ricorrenza, dunque, non sarebbe una libertà individuale, ma un diktat legislativo! Non mi risulta che chi ha voluto presenziare ai festeggiamenti abbia trovato difficoltà a parteciparvi, perciò che motivo c’è di prendersela con chi non si sente rappresentato da questo evento?Ritengo perciò che ogni cittadino abbia il diritto di poter scegliere ciò che lo identifica e gli appartiene... Tutto il resto è retorica sterile.
Giorgio Marchetti
(Lega Nord sez. Ripalta Arpina)
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Aggiungo che, durante il consiglio provinciale di lunedì 21 marzo, il diktat ha portato a far suonare oltre all' Inno Nazionale anche il Va Pensiero e l'Inno di Garibaldi mascherandoli come tributo a Giuseppe Verdi ed esecuzione di un brano risorgimentale...
(da La Provincia del 22.03)
"Riassumendo, Inno di Garibaldi: centrosinistra fuori (in fondo all’aula), centrodestra dentro (tutti seduti); Va pensiero (di Giuseppe Verdi): centrosinistra fuori, centrodestra dentro (Lega in piedi, Pdl e Udc seduti); Inno italiano: tutti dentro e tutti in piedi (qualcuno, più dai banchi dell’opposizione, ha anche intonato il brano)."
È UNA VERGOGNA che nell' ambito di un consiglio provinciale regolarmente convocato si abbini l'Inno Italiano al Va Pensiero dichiaratamente da sempre usato come inno della lega!
La nostra Bandiera: ecco come esporla
Si possono esporre sugli edifici pubblici istituzionali bandiere e vessilli non istituzionali o privati o di parte? No perché sugli edifici pubblici istituzionali possono essere esposte esclusivamente bandiere pubbliche istituzionali.
Se ciò vale per la bandiera... non dovrebbe valere anche per i brani suonati lunedì?????
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